Manifestazione del 27 Ottobre a Milano

Cari Amici e Compagni,
la manifestazione del 27 Ottobre a Milano contro tutte le guerre e tutti i terrorismi, per la liberazione dei 5 Cubani sequestrati e detenuti ingiustamente in USA e alla memoria del giovane Ardizzone, si è svolta con successo e grande partecipazione.
Lo spezzone del Comitato contro la Guerra Milano accompagnato dagli amici siriani e dalle associazioni che lo costituiscono ha avuto buona visibilità, sono stati consegnati centinaia di volantini contro la guerra alla Siria e contro la disinformazione mediatica che annunciano l'iniziativa pubblica di approfondimento e raccolta fondi che si terrà l'11 novembre dalle ore 10,30 presso la Casa Rossa in Via Montelungo 2 a Milano.
Ancora una volta si è potuto vedere come ci sia la più lineare chiarezza per ciò che riguarda i partecipanti allo spezzone aperto dalla grande bandiera siriana a cui seguiva immediatamente lo striscione del Comitato contro la Guerra - Milano.



"È un illuso chi pensa di piegare la Siria"

a cura della Redazione di Contropiano
da www.contropiano.org

Intervista a Ammar Bagdach, segretario generale del Partito Comunista Siriano (PCS).

In mezzo alla campagna di disinformazione sulla crisi in Siria – la maggior parte delle volte basata su testimoni senza nome che offrono cifre “indeterminate”-, Ammar Bagdach, segretario generale del Partito Comunista di quella nazione araba, ha acconsentito a condividere con il giornale cubano Granma una realtà molto distante da versioni mediatiche parziali .

Quali sono stati i principali compiti portati avanti dal PCS da quando si è scatenata la crisi?

"In primo luogo, la lotta per preservare l’indipendenza nazionale, la sovranità e la linea patriottica antimperialista della Siria, e per gli interessi e le rivendicazioni delle masse popolari meno abbienti.

"C’è un altro compito molto importante, soprattutto nel contesto che ci viene imposto, la difesa della produzione nazionale. Applichiamo sempre la disposizione dettata dal leader storico del Partito, Khaled Bagdach: la difesa della patria e la difesa del pane del popolo.

“Il nostro Partito sta svolgendo un ruolo di mobilitazione molto importante con il popolo per denunciare la natura della cospirazione che è stata ordita contro di noi. Le prime mobilitazioni di massa, che dall’anno scorso sono state fatte davanti alle ambasciate delle grandi potenze, sono state organizzate ed hanno avuto una partecipazione sostanziale da parte del nostro Partito. Davanti alla sede diplomatica della Francia, il popolo ha chiarito che non dimentica i crimini commessi dal colonialismo francese nel nostro paese. Abbiamo innalzato uno striscione con la frase del Generale De Gaulle: “E’ illuso chi pensa di poter piegare la Siria”.

Che impatto hanno avuto nel paese le misure che il Governo ha preso dopo la crisi?

"Sono state prese molte misure per garantire l’ampliamento delle libertà democratiche, la più importante è stata quella di deroga delle leggi marziali, è stata proclamata anche quella dei partiti, ed è stata adottata una legge molto avanzata sulla stampa.

Il PCS ha lottato per molto tempo affinché si restituisca la nazionalità siriana a quei kurdi che ne sono stati privati a seguito del censimento eccezionale che fece il governo reazionario nel 1962. Ci sono circa un milione di kurdi in Siria e la maggior parte ha la sua nazionalità, ma è stata ridata a 136 mila kurdi che non l’avevano. È stata pure proclamata una nuova Costituzione e alcuni analisti considerano che la cosa più importante è la modifica dell’Articolo 8 che stabiliva che il capo dello stato doveva appartenere al partito BAAS.

"La maggior parte delle misure democratiche che sono state adottate e le riforme che sono state fatte erano incluse nel programma di azione del PCS, che stava esigendo con gran forza la loro adozione.

Il Consiglio dei Diritti Umani ha approvato una risoluzione che contiene una mozione di censura contro Damasco per la tragedia di Houla e prolunga di sei mesi il mandato della Commissione d’Inchiesta in Siria. Qual è la sua valutazione al riguardo, e cosa pensa del ruolo della Russia, della Cina e dell’ONU in questo conflitto?

"Sul massacro di Houla, le informazioni che ha il PCS in quella regione sono che non è stata perpetrato da forze governative, ma dagli insorti, e l’hanno fatto tre giorni prima della discussione dell’argomento al Consiglio di Sicurezza affinché fosse uno strumento di pressione sull’organizzazione.

"Il ruolo di Russia e Cina è stato positivo rispetto alla crisi siriana, loro stanno difendendo i propri interessi geostrategici, tenendo conto delle forti pressioni che esercitano gli Stati Uniti su di loro, e per questo gli interessi di questi due paesi convergono con quelli del popolo siriano in difesa della propria patria e sovranità nazionale

"Rispetto al ruolo dell’ONU, dalle posizioni che ha adottato il Segretario Generale, risulta chiaro che risponde disciplinatamente alle istruzioni degli Stati Uniti. In quanto all’attività dei suoi delegati Kofi Annan e ora Lajdar Brahimi, noi come partito politico siamo stati contrari a quell’iniziativa perché la sua essenza è stata quella di spogliare il Governo siriano degli strumenti con cui conta per assumere la difesa della propria sovranità.

Un pronostico: Quale deve essere, secondo il partito Comunista, la conclusione della crisi in Siria?

"In primo luogo bisogna mantenere una posizione ferma, severa di fronte alle azioni sovversive e ai sabotaggi degli insorti. Quelli che non fanno azioni terroriste bisogna affrontarli con gli stessi mezzi cui loro ricorrono, con altri punti di vista e progetti. La sovversione, gli omicidi e le operazioni terroriste bisogna affrontarle con l’applicazione della legge.

"La garanzia fondamentale della fermezza della Siria risiede nel soddisfacimento delle necessità del popolo, questo significa che ci sono molte leggi economiche, sociali, che devono essere riviste. L’intento di arrivare a una soluzione di compromesso tra forze patriottiche e non patriottiche significa ritrattare gli interessi della patria, una involuzione. Non appoggiamo questo.”

http://www.granma.cu/espanol/noticias/4octubre-es-iluso.html


Terzi nega il visto ai parlamentari siriani. La lettera a Napolitano

Alla c.a del Presidente della
Repubblica Italiana
On. Giorgio Napolitano

Oggetto: Diniego Visto per i Deputati della Delegazione Parlamentare Siriana.

Illustrissimo Presidente,
Ci rivolgiamo a Lei quale massima autorità della Repubblica Italiana e garante e responsabile politico della fase di transizione che sta vivendo l'Italia in questo periodo storico.
Da anni, il Centro Italo Arabo, Assadakah, si impegna a favorire il dialogo con i Paesi aderenti alla Lega araba, perseguendo con tenacia e grazie al supporto dei propri aderenti, i principi legati alla ricerca della pace, della tolleranza e del rispetto fra i popoli.
Il nostro impegno è aumentato in questi ultimi anni, anche a seguito dei sommovimenti politici in Nord Africa e Medio Oriente.
Il dialogo e il confronto anche di posizioni antitetiche rappresentano per noi valori imprescindibili.
Tenendo fede a tali principi, Assadakah ha invitato in Italia, per la prima settimana di ottobre una Delegazione di parlamentari Siriani.
Il recente diniego del visto da parte del Ministero degli Esteri ai membri della Delegazione Siriana, la cui visita in Italia era stata programmata da lungo tempo, rappresenta un atto di inaudita gravità, che vanifica i tentativi di dialogo e cooperazione tra il Nostro Paese e la Siria, che il Centro Italo Arabo ha tentato di perpetuare con il supporto delle Istituzioni parlamentari.
La Delegazione, infatti, avrebbe dovuto partecipare ad incontri istituzionali con i membri della Commissione Affari Esteri al Senato e con il Presidente della Commissione On. Lamberto Dini, avrebbe inoltre dovuto incontrare i rappresentanti della I Commissione Affari Costituzionali e Presidenza del Consiglio ed Interni

Tale atto, che ha suscitato la ferma reazione anche delle Istituzioni Parlamentari coinvolte, viola i principi della democrazia e del rispetto dei popoli che sono alla base della nostra Carta costituzionale. La posizione del Ministro che vede nella soluzione bellica l’unico mezzo utile ad arginare le violenze in Siria si pone in netta antitesi con l’art. 11 della nostra Costituzione.
Le chiediamo un intervento fermo che arresti l'insipienza e l'intolleranza manifestata con questo atto dal Ministero degli Esteri italiano.
Ci rivolgiamo a Lei, che in anni di onorata carriera politica e istituzionale ha dato prova di grande apertura mentale, tolleranza ed alta moralità, affinché il Nostro Paese sia ancora un esempio di propensione al dialogo, alla pace e alla tolleranza tra i popoli, e possa uscire dallo Stato di marginalizzazione internazionale nel quale l’hanno relegata gli accadimenti e le decisioni politiche dell’ultimo periodo.
Il nostro è da sempre un Paese libero e aperto e auspichiamo che tali principi “faro” per l’Italia e gli italiani non vengano offuscati e infangati da scelte politiche troppo tecniche e poco umane.
Auspicando in Suo intervento risolutore
Le porgo i miei più Cordiali Saluti

Il Segretario Generale della Federazione Assadakah

Raimondo Schiavone

5 ottobre

DAL COMITATO CONTRO LA GUERRA MILANO DOPO RIUNIONE DEL 3 OTTOBRE 2012

Ieri mattina" scontri anche ad Aleppo, dove tre autobombe sono esplose nel centro della città provocando "decine di morti e feriti". Il bilancio è di almeno 48 morti e di un centinaio di feriti. Secondo quanto riferito da testimoni, le vetture sono esplose nella famosa piazza Saadallah Al-Jabiri, dove si trovano gli uffici governativi. La maggior parte delle vittime sono militari." Nella stessa giornata "5 persone sono morte e 13 sono rimaste ferite dall'esplosione di un proiettile di mortaio caduto in territorio turco lungo la frontiera con la Siria, nel villaggio di Akcakale. Morte due donne e le tre figlie di una delle due, tra cui una bambina di sei anni. Negli ultimi giorni Akcakale è stato spesso colpito da proiettili vaganti."
Il Comitato contro la Guerra Milano, di fronte alle notizie di cui si è discusso nella riunione di ieri sera, vede con preoccupazione il comunicato di solidarietà della NATO verso la Turchia e ritiene, così come gli stessi mass media riportano(Repubblica, TG Rai News 24), che sarebbe a dir poco paradossale addebitare alla Siria la volontà di attaccare il potente vicino turco. Non si riuscirebbe a capire come la Siria possa trarre vantaggio da un'entrata in guerra della Turchia. Non è un caso che il governo siriano ha già dichiarato di voler indagare sull'episodio, che ha già causato la reazione turca attraverso bombardamenti che hanno colpito obiettivi siriani presso il confine.
Il Comitato contro la Guerra Milano ritiene questi fatti come parte di un possibile preludio di guerra aperta, attraverso l'internazionalizzazione di un conflitto che è già internazionalizzato all'interno dei confini siriani; è ben noto che combattenti, mercenari e non, così come uomini legati al governo italiano, siano già sul terreno siriano a guerreggiare contro le truppe di Damasco.
L'episodio del Golfo del Tonchino che servì da innesco per la guerra al Vietnam è ancora ben presente nella memoria; è molto verosimile che questa provocazione (che avviene attraverso un colpo di mortaio) sia stata opera degli uomini delle stesse organizzazioni che hanno fatto esplodere le bombe nel centro di Aleppo, dove si trovano gli uffici governativi.
Nella riunione di ieri sera il Comitato contro la Guerra Milano ha deciso che alla prossima assemblea nazionale dei promotori dell'Appello "Giù le mani dalla Siria!" proporrà una data, ancora da convenire, in cui ci si mobiliti contro la guerra alla Siria nelle diverse città italiane.
Nel frattempo occorre tenere ben presente che il livello di allarme si è elevato. È bene dunque avere chiaro che, visti i venti di guerra, potrebbe occorrere una risposta immediata al possibile conflitto aperto che la NATO e i suoi amici - il governo italiano incluso - vogliono far scoppiare; inquietanti a questo riguardo le parole del "Professor Monti", che senza mezzi termini ha voluto rassicurare circa la possibilità che l'Italia non si tirerebbe indietro laddove occorresse...
Nelle stesse ore oltre a notizie di venti di guerra giunge la notizia che la Corte dei Conti valuta le "manovre finanziarie" del "Professor Monti" manovre che portano recessione e miseria per il Paese.
Suggeriamo a tutte le realtà promotrici dell'Appello "Giù le mani dalla Siria!" di riunirsi frequentemente per tenersi pronti.
Oggi più che mai tenersi pronti è cosa saggia ricordando che la politica estera dell'Italia è strettamente connessa alla sua politica interna, tesa a piegare i lavoratori e a generare miseria.